Le emoji, piccoli simboli che oggi usiamo quotidianamente, hanno una lunga storia che risale al 1999, quando Shigetaka Kurita, un designer giapponese, creò 176 simboli per il servizio di messaggistica i-mode di NTT DoCoMo.
Questi primi simboli erano pensati per aggiungere emozioni e contesto ai messaggi, ma è con l’arrivo dell’iPhone che le emoji hanno realmente preso piede a livello globale
Nel 2011, Apple ha finalmente incluso le emoji nel suo sistema operativo iOS, permettendo agli utenti di tutto il mondo di comunicare attraverso questi simboli.
Da quel momento, le emoji sono diventate una parte fondamentale della comunicazione, utilizzate per esprimere emozioni, sentimenti e persino storie. Con il tempo, altre piattaforme, come Android e WhatsApp, hanno adottato le emoji, rendendole uno strumento di comunicazione universale.
Negli anni successivi, le emoji hanno evoluto il loro significato, passando dall’essere un semplice strumento estetico a un vero e proprio linguaggio visivo.
Una svolta importante è arrivata nel 2015, quando Apple ha introdotto diverse tonalità di pelle per le emoji, promuovendo una maggiore inclusività.
Inoltre, nel 2017 sono state aggiunte le prime emoji LGBTQ+ e simboli che rappresentano diverse abilità, mostrando un maggiore impegno per la diversità.
Oggi, le emoji sono più di un modo carino per arricchire i messaggi: sono diventate parte della cultura digitale, influenzando il linguaggio sui social, nelle pubblicità e persino nella politica. Ogni anno, nuove emoji vengono aggiunte in base alle tendenze sociali, e oggi è possibile comunicare concetti complessi con un semplice simbolo.
Il futuro delle emoji sembra essere ancora più interattivo e dinamico. Con l’avanzare della tecnologia, non è impensabile che vedremo emoji animate o in 3D, capaci di esprimere emozioni sempre più sfumate e articolate.
In breve, le emoji sono passate da simboli curiosi a un linguaggio universale che ha cambiato per sempre il nostro modo di comunicare.
💋
Leave a comment